I Ciechi – di Maurice Maeterlinck

adattamento e regia Massimo Finelli

con Cinzia Annunziata/Giorgia Dell’Aversano, Giovanni Esposito, Michelangelo Esposito, Fabio Faliero, Claudio Fidia/Giuseppe Giannelli, Valeria Impagliazzo, Lisa Imperatore, Vincenzo Liguori, Valentina Iniziato
musiche originali Duilio Meucci
voce fuori campo Patrizia Eger
disegno luci Cinzia annunziata, Fabio Faliero
grafica e video exstudio

Un gruppo di ciechi, smarrito in un selva, aspetta il ritorno della guida, un vecchio prete morto a loro insaputa. Il tempo dello spettacolo si consuma nell’ attesa, mentre l’imprevedibile è alle porte. Qualcuno prega: “Dio Mercato che sei altrove, dacci oggi la nostra de-realizzazione quotidiana, de-evolvici, de-civilizzaci. Dacci numeri, algoritmi, ferocia matematica e accumulazione di niente in forma di denaro, trasforma le forme fisiche in dissolvenza d’immagini, nascondi la verità ai nostri occhi e facci sparire nel buco nero dell’accumulazione finanziaria.”

 

note di regia

I Ciechi raccontano di noi.  Il testo originale è del 1890, letto da sempre come metafora della morte di un dio invocato e assente. Oggi la questione è un’altra: dichiariamo tutti la necessità di una guida, ma ne facciamo tranquillamente a meno. La credenza non dichiarata è quella nell’infallibilità di un sistema finanziario che ha gli stessi attributi di Dio: onnisciente, onnipotente, invisibile. I “doni” offerti dal mercato dei beni consumabili e infinitamente ri-creati (che cos’è la possibilità di rimpiazzare un cellulare con un altro se non l’equivalente di una resurrezione) sono la manifestazione della sua bontà. La pubblicità non dice altro che: Dio/Mercato è Amore. Le nostre esistenze virtuali (si comincia a pensare a chi erediterà il nostro profilo post-mortem) sono una beatificazione in vita.
Il supporto materiale è semplicemente infelice; più o meno tutti facciamo quotidiani test di resistenza; fino a quando reggerà il sorriso al pungolo della rabbia e della depressione? Gli stati nazionali testano le frontiere, anche loro.
Al’interno la situazione si approssima a quella di un condominio (ben gestito) con i vicini che iniziano ad averne abbastanza l’uno dell’altro: odii invisibili.
Che accade in scena? E che può mai succedere? La conversazione evita il silenzio, ma è chiaro che non se ne può più. Maeterlinck chiudeva la pièce con un’invocazione: “Abbiate pietà di noi!”; i nostri sussurrano: “Non abbiate pietà di noi…”. La speranza è l’ultimo inganno.

scheda tecnica

Durata :50′
Testi tutelati dalla S.I.A.E.: No
Musiche tutelate dalla S.I.A.E.: No
Mixer audio +  amplificazione da sala
5 pc 1000 watt + 1 videoproiettore
Dimensioni minime palco 4m x 4 m

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