diario di guerra

14 marzo ore 18.00. Ormai da domenica 8 marzo viviamo tutti isolati in casa. Ubbidienti e impauriti crediamo a tutto quello che ci dicono e non opponiamo resistenza. Ci dicono la verità certamente, numero dei contagiati, morti e tutto il resto. Ma se invece ci fosse un colpo di stato ? Ci hanno chiuso in casa e quando usciremo qualcuno avrà preso il potere. Per anni ubbidiremo credendo di vivere in una democrazia. Forse non scopriremo mai più la verità. In cattività ci riprodurremo, insegneremo ai nostri figli a vivere rispettando le regole. Nessuna violazione sarà mai ammessa e neanche immaginata. La fantasia verrà distrutta e i robot che avrebbero dovuto liberare l’uomo dal lavoro materiale non saranno più necessari.
I nuovi padroni girano indisturbati e se la spassano ma noi non possiamo vederli. Alcuni hanno teorizzato che ci sarebbe stata una nuova dittatura che si sarebbe realizzata in maniera imprevedibile. Eccola qui! Noi come scemi ringraziamo i nostri carcerieri. Che gentili! Vanno per il mondo cosi’ pericoloso mentre noi restiamo in casa a produrre on line. Se proprio non riusciamo a produrre on line usciamo, produciamo e poi torniamo a casa. In questo caso ci sentiamo tanto sfortunati. Poveri noi! Usciamo per il bene della nazione e potremmo essere contagiati! Siamo cosi felici di poter pulire i nostri rubinetti che smontiamo finalmente e immergiamo nell’alcool bianco. Fantastico anticalcare naturale che lucida oggetti che nessun ospite potrà vedere più. Progettiamo di lavare puzzolentissime tende che svolgevano benissimo la loro funzione e questa pausa che immaginiamo temporanea ci sembra un regalo. Ma non mi avrete brutti stronzi. Vi ho scoperto! Non mi farò sedurre dal Vostro canto di sirene per il mio bene. Lascerò la mia sporchissima tenda dov’è. E il mio computer imperfetto che mi daproblemi con tutte le vocali accentate mi sembra un fantastico complice. La follia vincerà! Non mi ingannerete mai! Una mattina mi son svegliato….O bellaaaaa! Ciao! Ciao! Ciao!

14 marzo ore 19.44
Sto sentendo il telegiornale, mi sento una cretina per quello che ho scritto. Sono confusa.

16 marzo ore 17.52
In questi due giorni ho scacciato i pensieri di sabato alle 18.00, fantasie malate le ho definite. Ho lavato la famosa tenda del soggiorno, ora profuma. Ho ordinato la casa pensando a un lungo futuro senza tregue forzate, ho cucinato, chattato, letto, sono andata a lavorare e oggi pomeriggio a fare la spesa. Mentre ritornavo con le mie buste della spesa pensavo a tutti i concerti on line di questi giorni e mi sono immobilizzata per strada.
I miei occhi vedevano sì davanti a me la via, le macchine parcheggiate, la fila in sicurezza davanti al marciapiede, ma vedevano anche il mio ufficio, la produzione che resiste e tutte quelle persone a casa serene, fiduciose. Disoccupati, casalinghe, musicisti, registi,attori, gente tagliata fuori dalla produzione gente che ora lo stato si impegna a mantenere. Certo che li manteniamo, siamo brava gente.
Ma per quanto tempo la gente è brava gente?
Tra quanto tempo si dirà a chi continua a lavorare : tu corri dei rischi, esci con il virus e mantieni dei fresconi che nella vita non hanno fatto nulla o peggio hanno infastidito gli altri cantando recitando e suonando? Tu hai mantenuto gente non seria, parassiti. Ora non è più possibile, vanno eliminati. Certo, se tra questi inutili c’è qualcuno che ti è caro lo risparmiamo, sotto la tua personale responsabilità. Sarai tu a provvedere a lui, non la collettività. Pensaci bene però, te la senti di caricarti il peso di un parassita?
E mentre ai dediti al lavoro vengono poste queste domande i teatranti sfaccendati suonano e cantano dalle finestre, ballano e incontrano di nascosto gli amanti.

16 marzo ore 20.00. Mi ha chiamato mia sorella: mia cugina Annalisa, 49 anni, è stata portata in ospedale con l’ambulanza.
Ma che cazzo mi invento.
Dio salva Annalisa, per favore.
Se succede a me mio figlio di 16 anni come deve fare?
Dio proteggici! Umberto proteggici!

20 marzo 2020 ore 22.56
Annalisa risponde ai messaggi, ieri stava abbastanza bene oggi così così.
Quando diminuisce la paura smetto di credere in Dio, ritorno atea fino al prossimo grande problema. Oggi sono andata al lavoro con mascherina e guanti, facciamo i turni da soli in ufficio un giorno a settimana. Stasera alle 20.00 mi ha chiamato il direttore, tutti a casa fino alla fine dell’isolamento. Sembra una cosa che riguarda un ‘altra persona. Io sono Patrizia, non mi ammalo quasi mai e non ho mai avuto paura dei contagi ma oggi ho paura.
Ieri hanno citofonato: Polizia!
Ho aperto, sono saliti all’ultimo piano, il mio.
Stavo già guardando dallo spioncino quando hanno bussato.
Ho chiesto: “apro?”
“No signora non apra…a che piano è il b&b?”
L’ho detto e sono scesi. Come non essere banali e non pensare ai Monatti?
Soprattutto quel “non apra…”
Ora bevo la birra e penso, al sicuro certo, che qualche rischio bisogna pur correrlo.
Fanculo! Voglio la musica dal vivo, gli abbracci imprevisti, le risate e gli incontri.
Tra un mese ci suicideremo tutti buttandoci dai nostri balconi o abbracciandoci per strada.
Oppure tra un mese saremo assuefatti e resteremo in casa a non far nulla e moriremo di malattia, diversa dal corona virus.
Ora vado di là a sognare un mondo sottomarino e la musica malinconica di un suonatore di sassofono che sott’acqua mi arriva dritta allo stomaco.

Patrizia Iorio | Appunti