l’abitudine #2

Giorno di quarantena n. 54.
Molto è cambiato dall’ultimo aggiornamento.
Molti stati d’animo si sono alternati, altri hanno fatto il loro tempo e dei nuovi sono sopraggiunti. L’esame di storia della filosofia morale mi ha tenuto occupato per la maggior parte di questo mese. Lo studio occupava intensamente le mie giornate e come tutte le attività intense si faceva sentire anche nei momenti in cui non era presente. L’esistenza di uno scopo, una nuova, anche se leggera, preoccupazione per una data incombente e la ritualità quotidiana che da queste derivava, andavano riducendo drasticamente la sofferenza dovuta al confinamento domestico, se non addirittura azzerandola.

Ebbene una diversa fase iniziò a delinearsi da subito dopo l’esame e senza più una finalità prossima a cui tendere, ma con la tranquillità che questo processo mi aveva elargito, cominciò per me una nuova routine.
Dopo alcuni giorni di riassestamento infatti smisi di andare a dormire all’alba.
Conformatomi agli orari dei comuni mortali è già una settimana che rispetto quello che dicono essere il “naturale” ciclo del sonno scandito dalle ore di luce e da quelle di buio.

Fu così che la luce ci scovò. Con il suo giungere perdemmo il conforto delle tenebre.
La realtà la accompagnava. Ciò che era stato sepolto tornò in superficie.
Riemerse allora l’indesiderata.
Paura era il suo nome. Verità quello di sua madre. Cominciò così la paura del ritorno della normalità. Il timore di perdere la tanto agognata stabilità.
L’uomo si abitua a tutto. Qualcuno disse che è esattamente per questo che è un vile.

Cyruss Cacciatore | Diari