un normale pomeriggio

Ogni giorno prende luogo una lotta inconsapevole.
La follia del sogno viene sopraffatta dalla luce della ragione. Tale sopraffazione avviene mediante i rituali mattutini: gesti automatici, celebrati in attesa che la ragione s’impossessi del corpo.
Oggi ho rotto il più basilare dei rituali.
Mi sveglio. Ma non apro gli occhi.
So dove sono. Però non so se è stato il sonno di una notte o il riposo di un pomeriggio.
Ho interrotto il primordiale rito mattutino.
Ho tolto la vista alla ragione.
Un piacevole stato di inconsapevolezza mi prende.
Il rilassante non sapere.

Cerco di restare aggrappato al sogno che ho fatto, ma la follia è andata.
La ragione viene allarmata dall’incertezza, svegliata dalla paura di non capire. Vorrebbe bestemmiare ma è la ragione. La ragione non bestemmia, la ragione non perde la calma, la ragione non si agita, la ragione non gioisce (atarassica). Così in quello stato di semicoscienza, disorientata dalla perdita della vista, affermò che fosse un normale pomeriggio di marzo.

30.03
Prima:
La mia vita va veloce come un treno
Così veloce che non riesco a vedere dal finestrino il paesaggio
A volte si ferma
Prendo fiato
A volte la fermata è stimolante
Altre volte devastante
I passeggeri cambiano
Alcuni restano
Pochi arrivano al capolinea
Molti escono
Altri entrano
Il viaggio continua

Dopo:
Mono-tono
Monotema
Monogiorno
Monopersona
Monopasto
Monorario
Monomale
Monosentimento
Monomaschera
Monosogno
Monoessere
Monofare
Monomorte

Andrea Miranda | Appunti